giovedì 27 luglio 2017

Australia

Australia

anno 2005


Un mese speso per visitare i luoghi più caratteristici di questo continente genuino e lontanissimo da noi, il tutto rigorosamente in fai da te, un viaggio avventura nella natura più estrema.

Il giro inizia da Melbourne , dopo una sosta di qualche giorno, ritirata l'auto si punta verso sud dove troveremo ad attenderci una costa rocciosa a strapiombio su un mare davvero impetuoso.
Il tratto più caratteristico di questa zona comprende i famosi 12 apostoli.




Dopo qualche giorno si rientra a Melbourne per prendere un primo volo interno diretto a Sydney.
Città bellissima da girare in bus, metro e traghetti.


















Passati 5 giorni in città e nelle zone di mare, un secondo volo interno ci porta nel famoso outback australiano. Atterriamo ad Ayers Rock e ritiriamo un auto a noleggio.

Il vero nome del famoso monolite è Uluru ed è sacro.


Non dimenticatelo, è sacro. Per gli aborigeni è una montagna sacra e non andrebbe calpestata dai comuni mortali, ma i turisti, sentendosi i padroni del mondo, la calpestano, la scalano ed arrivano fino in cima per una manciata di foto ricordo che a loro avviso vale più del rispetto per queste popolazioni invase e sottomesse da sempre!

"Io non salgo lassù , io non sono come voi"



















Nella zona di Ayers Rock è presente un enorme centro di accoglienza composto da hotel e resort.
A mio avviso troppo caos e troppi turisti che non rispettano questa terra e il loro popolo.
Lontano circa 70 km da Uluru trovo una stazione di servizio in cui è possibile soggiornare. Il posto si chiama Curtin Springs ed è veramente un posto caratteristico e fuori dal mondo.


Questa sarà la nostra base per i prossimi giorni nel deserto australiano. 
Visiteremo i monti Olgas e il King's Canyon in autonomia a zonzo nel deserto senza fretta, godendo di un paesaggio insolito ed infinito.

La cosa che più mi ha colpito in questa zona, sono i cartelli appesi agli ingressi degli esercizi commerciali. Questi cartelli ritraggono uomini, donne, famiglie intere, giovani e bambini scomparsi in quelle zone. Ci sono intere bacheche destinate a questi annunci. Ne ho visti centinaia, forse migliaia. Incredibile poter pensare che possa sparire tutta quella gente in un posto simile. Credetemi, vengono i brividi a trovarsi li e non capire come sia possibile. Esistono strade principali asfaltate e ovviamente trafficate, altre strade sterrate e meno trafficate ed infine altre strade sconosciute e magari battute 1 volta al mese da qualcuno del posto, forse. Il territorio è immenso , tutti questi fattori farebbero pensare che possa essere normale perdersi, ma io che ci sono stato e che ho girato in autonomia con la testa sulle spalle, ritengo che non sia cosi' semplice perdersi e non essere più ritrovato. 

La versione ufficiale che spiegherebbe i casi a lieto fine ( ritrovamento dei corpi ) è che spesso le persone imboccano strade secondarie, finiscono la benzina e non hanno acqua da bere a sufficienza, questo li porta ad allontanarsi dal veicolo alla ricerca di acqua e il 99% delle volte muoiono nel raggio di 10 km dal veicolo. 






Anche l'esperienza del deserto australiano fortunatamente giunge al termine, riconsegnata l'auto si prende il terzo volo interno, questa volta  direzione mare, Grande Barriera Corallina - Cairns.





















Inutile descrivere il mare e i suoi fondali, i colori hanno stravolto il mio modo di guardare il resto del mondo. Quando arrivi a vedere alcune bellezze, ritorni a casa e per mesi ai tuoi occhi, i colori del tuo paese sembrano molto ma molto meno intensi.

Con base a Cairns, abbiamo visitato in catamarano le isole di fronte tra cui Green Island, raggiungendo la grande barriera corallina ed anche  un'isola abitata da soli uccelli.

Michaelmas and Upolu Cays National Park.























Andando a nord di Cairns, si può raggiungere un posto davvero suggestivo. Cape Tribulation, nella Daintree Forest, una delle più importanti foreste pluviali al mondo.
Cape Tribulation fu chiamata cosi` dal Capitano Cook, il quale cercando di attraccare con le sue navi sulla spiaggia, si incagliò nella vicina barriera corallina ed iniziò l'imprecation, da questo episodio nacque il nome associato alla tribulation che ne segui'.
Nessuno oggi lo può certificare ne provare, ma il Comandante Cook oltre a tribolare incagliato, bestemmiò non poche volte.





Un mese è passato e si torna a casa e alla realtà con la sensazione di essere stato 6 mesi in viaggio.

lunedì 24 luglio 2017

Brasile

Brasile
anno 2002 e anno 2006

Per ben 2 volte sono andato in Brasile, sembrerà strano ma non ci sono andato per le donne.
Questo paese attira per molte altre cose, un clima favoloso con un sole caldo e avvolgente, la musica, il ritmo, i sorrisi delle persone e l'atmosfera di festa che si respira in ogni circostanza.

















Il primo viaggio fu verso Salvador in Bahia, da dove mi diressi verso un paesino davvero caratteristico e sperduto. Il suo nome è Itacarè. Andatelo a cercare, andate a curiosare. Strade di sabbia, tantissime spiagge raggiungibili da altrettanti sentieri davvero incredibili.

Fu li che ebbi il mio primo vero contatto con la natura di un altro continente e il risultato fu sorprendente.  In me cambiò qualcosa.



Nel secondo viaggio invece,  puntai dritto verso Rio de Janeiro, città incredibile e piacevole sotto più punti di vista, ma l'obiettivo principale del viaggio era quello di raggiungere un altro paese dove il tempo sembra essersi fermato. 


Il suo nome è Paraty. ( Paraci' )


Come potete vedere il paesino è sotto il livello del mare. I muretti che dividono il paesino dal mare, hanno dei fori per permettere alla marea di salire tranquillamente, invadere le strade del paese e poi ritirarsi senza allagare o fare danni di alcun tipo. Qui si convive con le maree.









Thailandia


Thailandia 

Visitai questo paese nel lontano 2002, lo trovai ospitale, rumoroso ma forse ancora autentico, decisamente economico, ricordo che cambiando 100 USD si ricevevano una montagna di soldi che non finivano mai.

Arrivai su Bangkok , metropoli e porta di accesso al sudest asiatico.

Volammo su Ko-Samui poi su Puket ed infine con un catamarano raggiungemmo Phi Phi island.

Ricordo i colori del cielo, del mare e delle montagne verdi che scendevano a picco verso un mare pazzesco.

Il digitale non era ancora tra noi per cui le foto sono quel che sono ;-)

Questo sono io a Phi Phi Island